giovedì 29 aprile 2010

Una filosofia tradotta.

Vi traduco e riporto fedelmente un cordiale colloquio tra me (non ero solo) e un uomo con delle teorie e delle opinioni molto profonde. Scoprirete alla fine chi è e perche vi traduco questa conversazione.

io: ma tu cellulare non ce l'hai?
lui: no!
io: e come mai?
lui: e a cosa dovrebbe servirmi? non sono mica un commercialista.. o un commerciante. Insomma io non ho un'attività (commerciale) tale da dover giustificare l'uso del telefono cellulare.
io: ma che vuol dire? potrebbe servirti ad altro!
lui: no, non lo voglio. Io sto bene così. Non ho i vostri "pensieri" senza il cellulare.
io: ma potresti chiamare... non so... una persona cara... la tua compagna...?
lui: non se ne parla proprio. E per cosa poi? Per avere una persona che ti controlla il telefono... per vedere chi mi ha chiamato? Il telefono serve agli altri per controllare gli altri!
io: mi pare meraviglioso tutto questo. Bravo!
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Questa persona è Aldo. Lo riconoscerete sicuramente in foto. La sua "filosofia" non fa una piega. Ora provate ad immaginare questa conversazione nella sua lingua dialettale. A più di qualcuno verrebbe da dire.... questo non ci sta con la testa. Invece sta meglio di chiunque altro. E' solo una questione di etichette. Le nostre, naturalmente!

lunedì 26 aprile 2010

A me mi...

La domanda di tutte le domande.


C'è una sola domanda che ogni persona si fa nel nostro paese verso le ore 20:00.
Credo che sia l'interrogativo più diffuso in assoluto. Più di "che c'è dopo la morte?". Più di "Ma Andreotti è mafioso?" Più di "Ma secondo te chi vince lo scudetto?" la domanda è:
Ma stasera... che si mangia?
Se dovesse rispondere mia madre alla domanda direbbe: Ti apro un tonno?
Buon appetito.

APP...ena appena una tacca

Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Uso Apple Macintosh da sempre. Da quando per i "non addetti" era solo un effimero oggetto da museo. Di arte moderna. Ma da quando anche io mi sono fatto prendere dalle APP di IPhone mi sono lasciato dietro un pezzo importante della mia vita: un semplice cellulare a 9 tasti e con sole 10 suonerie. Non faceva altro che i conti con la calcolatrice al ristorante, poche foto sgranate e buie, un giochino come Snake fatto a 256 colori e un display non accessibile ai presbiti. Ma la verità è che il mio Nokia da 99 euro andava una bomba. Per lo meno telefonavo quando volevo telefonare, ricevevo quando dovevo ricevere. Adesso avere due "tacche" è un privilegio. Averne tre è ostentare ricchezza. Mi accontento di essere perennemente in segreteria telefonica.

venerdì 23 aprile 2010

Palloncini


Attaccati al palloncino. Non si sa mai e te ne voli.